Pubalgia o dolore all’inguine, quando viene e come si cura
La pubalgia è una sindrome dolorosa caratterizzata da un intenso dolore nella zona del pube dovuto a un’infiammazione che interessa le strutture tendinee, legamentose e muscolari (i muscoli che si inseriscono nella sinfisi pubica: adduttori della coscia, retto addominale, muscolo gracile, muscolo pettineo).
Si manifesta con un dolore all’inguine che deve, però, essere diagnosticato correttamente per evitare di confonderlo con altre patologie a carico dell’inguine.
In questo articolo facciamo chiarezza sulla pubalgia, sulle cause, i sintomi da considerare, e sulle terapie che possono alleviare il dolore e trattare il disturbo.
Indice
Cos’è la Pubalgia
Non è un termine molto comune, o forse lo è negli ambienti sportivi dove la pubalgia si manifesta con maggiore frequenza come conseguenza di sforzi intensi e ripetuti nel tempo degli arti inferiori.
In sostanza, si tratta di una patologia da sovraccarico dovuta a microtraumi costanti, che porta dolore muscolare con diversi gradi di lesione dei muscoli della zona frontale e bassa dell’addome e della sinfisi pubica.
Le cause sono presto dette: gli sportivi subiscono microtraumi ripetuti per i carichi eccessivi sulla muscolatura, e così può accadere che si infiammi l’articolazione manifestandosi attraverso il dolore nella zona pubica.
Ma vediamole nel dettaglio.
Cause della Pubalgia
Sebbene le cause della pubalgia siano diverse, quelle più importante restano:
- il sovraccarico diretto che interessa per lo più gli sportivi soggetti alla continua sollecitazione dei muscoli adduttori della coscia e dei muscoli addominali, ad allenamenti troppo intensi, allo scarso recupero tra gli esercizi
- il sovraccarico indiretto che interessa ogni persona possa subire alterazioni nelle funzioni di adduttori, addominali e retto dell’addome (nel caso di squilibri o problemi posturali, per esempio, possono verificarsi scompensi che causano sovraccarichi anche in assenza di sforzi indotti
- pubalgia in gravidanza.
In altri casi, l’infiammazione può anche verificarsi a causa dell’artrosi, di patologie dell’anca, problemi posturali e alla schiena, della diversa lunghezza tra i segmenti ossei degli arti inferiori (dismetria). Alla sua origine possono esserci anche infezioni e disturbi urogenitali.
3 tipi di Pubalgia
In base alla zona colpita dall’infiammazione, riconosciamo 3 tipi di pubalgia:
- la Sindrome Retto-Adduttoria, molto comune negli sportivi che si manifesta come una tendinopatia inserzionale, ossia con l’infiammazione della giunzione tra tendine e osso a carico dei muscoli adduttori e/o dei retti addominali, provocando con un dolore intenso nella zona inguinale che irradia alla regione adduttoria e rettopubica
- la Sindrome Sinfisaria riguarda il parziale cedimento della sinfisi pubica, un’articolazione fibro-cartilaginea che si trova nella zona del pube, poco sopra la vescica
- la Sindrome della Guaina del Retto Femorale, nota anche come sindrome del nervo perforante del retto addominale nel calciatore, dovuta allo stiramento del nervo perforante in seguito alla lesione della fascia superficiale addominale
Sintomi della Pubalgia
Dove fa male quando si soffre di pubalgia?
Il dolore parte dalla zona inguinale per raggiungere eventualmente anche la muscolatura adduttoria e/o addominale, interessando il perineo e gli organi genitali.
In sostanza si va a collocare nell’area tra inguine, pube e basso ventre.
Nei casi più lievi tende a comparire al mattino e ad aumentare in seguito a esercizio fisico e ad attività più intense, per poi degradare.
Nei casi più gravi, il dolore può arrivare senza alcun preavviso durante l’attività sportiva, diventando persistente nel tempo fino a impedire alcuni movimenti più semplici e quotidiani come camminare, scendere e salire le scale, vestirsi o, semplicemente trasformare in un incubo un semplice colpo di tosse.
La Diagnosi
La diagnosi è importante per riconoscere il problema. Spesso, infatti, il dolore da pubalgia ai suoi esordi può confondere chi ne soffre pensando si tratti di uno strappo.
Chi può diagnosticare la pubalgia è un medico specialista, fisiatra o ortopedico, che può prescrivere la giusta terapia per trattare il disturbo ed evitarne la recidiva.
In sintesi, le fasi della diagnosi prevedono:
- accurata anamnesi del paziente
- una valutazione mediante esami radiologici, come l’ecografia
- ove occorra, il ricorso alla più dettagliata risonanza magnetica.
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Cura della Pubalgia
Appurata la presenza della pubalgia si potranno intraprendere le cure prescritte dallo specialista con i vari trattamenti che potranno alleviarne i sintomi.
Il trattamento più efficace della pubalgia è quello che prevede diversi approcci integrati e un intervento rapido per evitarne la cronicizzazione.
Trattamento del Dolore e dell’Infiammazione
Il primo passo importante da fare è alleviare dolore e infiammazione:
PRIMA FASE
- Ridurre l’attività fisica perché il movimento aggrava l’infiammazione accentuando la sintomatologia
- Riposo che può andare da alcune settimane ad alcuni mesi
- Antinfiammatori di tipo locale e/o sistemico come creme o compresse e bustine di ibuprofene o diclofenac, per ridurre dolore e infiammazione
SECONDA FASE
- Terapie Fisiche Strumentali per ridurre l’infiammazione e favorire la guarigione dei muscoli interessati (Hilterapia e Tecarterapia, Laserterapia, Onde d’urto, Ipertermia.
- Terapia Manuale e Manipolazione Fasciale
- Esercizi di Riabilitazione Funzionale: esercizi di rinforzo muscolare (addominale, adduttoria e lombare); stretching dei muscoli adduttori; esercizi posturali e di riequilibrio del bacino; esercizi propriocettivi per il recupero della stabilità e dell’equilibrio
- Applicazione di Kinesio Taping (cerotti che favoriscono una migliore circolazione sanguigna e linfatica nella zona da trattare facilitando così i processi di guarigione).
Quanto tempo ci vuole per guarire dalla pubalgia
Per accorciare i tempi della guarigione – che possono andare da alcune settimane fino a mesi – è fondamentale trattare la pubalgia il prima possibile, già ai primi sintomi confermati dalla diagnosi.
Laureato in Fisioterapia e Scienze motorie presso L’Università Magna Graecia di Catanzaro